RACCONTIAMOCI IL TERRITORIO
Tra giardini ribelli e orti in cerca di padre
18 GIUGNO 2016
La seconda serata della manifestazione “Raccontiamoci il territorio – estate 2016” ha regalato un ventaglio di emozioni, colori, profumi nello scorrere delle immagini e dei racconti legati al giardino e alla “follia visionaria” di moderni paesaggisti e giardinieri.
«Fare un giardino, in fondo, è un modo di invocare la natura, enunciare una sorta di preghiera in cui si sussurra la speranza di non averla ancora perduta. Per questo, non importa quali siano il disegno o le piante scelte, un giardino ci potrà persuadere solo quando trasmetterà sommessa la sensazione che vi vibri una qualche invisibile corda che riconnetta a un non so che di sorgivo e forse selvatico. Chiamiamolo il nostro antico cercare, tra le piante, la vita.»
Dove finisce l’orto e dove inizia il giardino? ma anche viceversa, può un giardino fine a se stesso piegarsi alle leggi funzionali di un orto? Chi può permettersi il giardino e chi non può far a meno di un orto?
La bellezza multiforme restituita da un “futile” giardino quando si unisce e s’intreccia con la ricchezza di un orto biodiverso non può che offrirci benessere e futuro.
Il programma dettagliato con i temi trattati e i nomi dei relatori intervenuti.
Alcune immagini della serata.